Dal Vangelo secondo Marco (16, 15-20)
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Parola del Signore
Preghiamo
Per Papa Francesco, per tutta la Chiesa e per la missione che le è stata affidata dal Signore. Perché in ogni angolo del mondo, incontri e comunichi il Vangelo a quanti non lo conoscono. Preghiamo
Perché il Signore Gesù aiuti i cristiani dove sono perseguitati, minacciati, colpiti. Che il Signore li sostenga nella prova e li liberi dal male e ci aiuti a non dimenticarli mai nella preghiera. Preghiamo
Per tutti quegli uomini e quelle donne per cui il cielo è chiuso, anche a causa del peccato e dell’indifferenza del nostro mondo. Per i profughi, i migranti, per i tanti in difficoltà a causa della Pandemia. Preghiamo.
Per la pace in Terra Santa, per chi ha perso la vita negli attacchi di questi giorni, perché l’escalation di violenza non si estenda investendo altri paesi, perché cessi il tempo dell’odio e si torni a cercare una via di dialogo e di riconciliazione. Preghiamo
Il regno dei cieli è grande quanto l’estensione di una carità illimitata; se esso ospita creature di ogni lingua e popolo e nazione (Apoc. 5, 9), nessuno vi si trova stretto, anzi all’opposto si dilata e la gloria di ognuno si accresce ancor più. Ciò fa dire a Sant’Agostino: «Quando molti prendon parte della medesima gioia, la gioia di ognuno è più abbondante, poiché tutti si riscaldano e si infiammano scambievolmente». Questa ampiezza del regno è espressa con queste parole della Scrittura: Chiedimi, e ti darò in retaggio i popoli e in tuo dominio gli ultimi confini della terra (Sl. 2, 8); Molti verranno dall’Oriente e dall’Occidente e si assideranno a mensa con Abramo e Giacobbe ne! Regno dei cieli (Mt. 8, 11). Né la moltitudine di coloro che lo desiderano, né la moltitudine di coloro che esistono, né la moltitudine di coloro che vi arrivano renderà più ristretto lo spazio in questo Regno e farà torto ad alcuno. Leggete l’autorevole parola di San Gregorio: «La Verità dice nel Vangelo: Nella casa di mio Padre ci sono molte dimore (Gv. 14, 2). Ora, in queste numerose dimore, le diverse ricompense saranno comuni, in certo qual modo. La forza della carità, che ci riunirà nella pace, è tale che ciò che uno non riceve, lo renderà felice per averlo ricevuto in un altro».
Questo Regno è grande quanto l’altezza d’una inconcepibile sublimità. In virtù della grandezza del suo Regno incorruttibile, il re è chiamato «grande Re» e, per la grandezza del Re eterno, il regno è denominato «grande Regno». Chi veramente potrebbe dire la grandezza o l’elevatezza della sua potenza, della sua sapienza, della sua clemenza e della sua giustizia? Nessuno è simile a te, o Signore; tu sei grande e grande è nella potenza il tuo nome. Chi non ti temerà, o re delle nazioni? Tua è la gloria: fra tutti i sapienti delle nazioni, e in tutti i loro regni, non c’è nessuno simile a te (Ger. 10, 6-7). Perciò il tuo regno è grande e grandi saranno coloro che lo conquisteranno: Il più piccolo nel Regno dei cieli è più grande di Giovanni il Battista (Mt. 11, 11)…
A chi appartiene un sì glorioso Regno?… Una delle condizioni per entrarvi è una sconfinata fiducia: quella del buon ladrone che dice: Ricordati di me quando verrai nel tuo Regno. In virtù della speranza ch’egli aveva riposta nella misericordia di Dio, meritò di ricever subito la risposta: In veritàti dico: oggi sarai in Paradiso con me (Lc. 23, 42-43).
Ma perché devo aver fiducia o sperare che possederò il Regno di Dio? Indubbiamente in virtù della generosità divina che mi invita: Cercate prima di tutto il Regno di Dio (Mt. 6, 33). In virtù della verità che mi riconforta: Non temete, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di dare a voi il Regno (Le. 12, 31-32). In virtù della bontà e dell’amore che mi hanno riscattato: Tu sei degno, Signore, di prendere il libro e di aprirne i sigilli, perché tu sei {3tato sgozzato ed hai riconquistati a Dio, col tuo sangue, uomini da ogni tribù, e lingua e popolo e nazione; e hai fatto di loro un regno e dei sacerdoti per il nostro Dio; e regneranno sopra la terra (Apoc. 5, 9-10).
(San Bonaventura)
Nella festa di Pasqua la risurrezione del Signore è stata per noi motivo di grande letizia. Così ora è causa di ineffabile gioia la sua ascensione al cielo. Oggi infatti ricordiamo e celebriamo il giorno in cui la nostra povera natura è stata elevata in Cristo fino al trono di Dio Padre, al di sopra di tutte le milizie celesti, sopra tutte le gerarchie angeliche, sopra l’altezza di tutte le potestà. L’intera esistenza cristiana si fonda e si eleva su una arcana serie di azioni divine per le quali l’amore di Dio rivela maggiormente tutti i suoi prodigi. Pur trattandosi di misteri che trascendono la percezione umana e che ispirano un profondo timore riverenziale, non per questo vien meno la fede, vacilla la speranza e si raffredda la carità.
Credere senza esitare a ciò che sfugge alla vista materiale e fissare il desiderio là dove non si può arrivare con lo sguardo, è forza di cuori veramente grandi e luce di anime salde. Del resto, come potrebbe nascere nei nostri cuori la carità, come potrebbe l’uomo essere giustificato per mezzo della fede, se il mondo della salvezza dovesse consistere solo in quelle cose che cadono sotto i nostri sensi?
Perciò quello che era visibile del nostro Redentore è passato nei riti sacramentali. Perché poi la fede risultasse più autentica e ferma, alla osservazione diretta è succeduto il magistero, la cui autorità avrebbero ormai seguito i cuori dei fedeli, rischiarati dalla luce suprema.
Questa fede si accrebbe con l’ascensione del Signore e fu resa ancor più salda dal dono dello Spirito Santo.
Gli stessi santi apostoli, nonostante la conferma di numerosi miracoli e benché istruiti da tanti discorsi, s’erano lasciati atterrire dalla tremenda passione del Signore ed avevano accolto, non senza esitazione, la realtà della sua risurrezione. Però dopo seppero trarre tanto vantaggio dall’ascensione del Signore, da mutare in letizia tutto ciò che prima aveva causato loro timore. La loro anima era tutta rivolta a contemplare la divinità del Cristo, assiso alla destra del Padre.
(San Gregorio Magno, Discorso 2 sull’Ascensione)
Se presso il Padre – diceva il Signore – non vi fossero molte dimore, sarei andato molto prima a preparare le abitazioni ai santi. Ma sapendo che ve sono già molte preparate, che attendono l’arrivo di coloro che amano Dio, non è per questa ragione – disse – che mi allontanerò, ma perché il vostro ritorno sulla via del cielo è qualcosa che va preparato, in un luogo un tempo inaccessibile, da spianare. Il cielo infatti era assolutamente irraggiungibile per gli uomini, e mai prima di allora la natura umana era penetrata nel puro e santissimo luogo degli angeli.
Cristo per primo ha inaugurato per noi quella via di accesso e ha dato all’uomo il modo di ascendervi, offrendo se stesso a Dio Padre quale primizia dei morti e di quelli che giacciono nella terra, e manifestandosi primo uomo agli spiriti celesti. Per questo gli angeli del cielo, ignorando il grande e augusto mistero di quella venuta in carne umana, attoniti, guardavano con meraviglia colui che ascendeva, e turbati dal nuovo e inaudito spettacolo, stavano per dire : « Chi è costui che viene da Edom ? » (Is 63, 1), cioè dalla terra. Ma lo Spirito non permise che quella celeste moltitudine restasse ignara della meravigliosa sapienza di Dio Padre ; comandò, anzi, di aprire le porte del cielo al Re e Signore dell’universo, esclamando : « Alzate, o principi le vostre porte, alzatevi, porte eterne, ed entri il re della gloria » (Sal 23, 7).
Dunque, il Signore nostro Gesù Cristo ha inaugurato per noi la via nuova e vivente, come dice Paolo : « Non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore » (Eb 10, 20 ; 9, 24)
( San Cirillo Alessandrino, Commento al Vangelo di Giovanni)