Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6, 7-13)

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore

 

 

Preghiamo

 

Perché il Signore che ha chiamato i dodici e ha dato loro il potere di scacciare i demoni e di guarire ogni sorta di malattia, infonda in noi
la fede degli apostoli e ci renda capaci di di testimoniare e comunicare il Vangelo. Preghiamo

Per Papa Francesco, per la sua salute e per una pronta guarigione, per la Chiesa perché viva l’urgenza di comunicare a tutti la parola di Gesù con la tenerezza dell’amore. Preghiamo

Per coloro che hanno responsabilità nella società civile, perché esercitino il loro compito in spirito di servizio accogliendo la domanda di giustizia e di solidarietà dei più poveri e dei diseredati della terra. Preghiamo

Per la fine della Pandemia, per la guarigione dei malati, per la protezione dei più fragili, perché nessuno sia dimenticato e lasciato solo. Preghiamo

 

 

Per nutrire il nostro cuore

 

 

La vocazione degli apostoli

… Vennero a lui pescatori di pesci e divennero pescatori di uomini (cf. Lc 5,10), come è scritto: “Ecco io invierò numerosi pescatori” – dice il Signore -” che li pescheranno; quindi invierò numerosi cacciatori che daranno loro la caccia su ogni monte, su ogni colle” (Ger 16,16). Se avesse inviato dei sapienti, si sarebbe potuto dire che essi avrebbero persuaso il popolo e l`avrebbero di conseguenza conquistato, o che essi l`avrebbero ingannato e cosí preso. Se avesse inviato dei ricchi, si sarebbe detto che essi avrebbero schernito il popolo nutrendolo oppure che l`avrebbero corrotto con l`argento, e in questo modo dominato. Se avesse inviato degli uomini forti, si sarebbe detto che questi li avrebbero sedotti con la forza, o costretti con la violenza.
Ma gli apostoli non avevano nulla di tutto ciò. Il Signore lo indicò a tutti con l`esempio di Simone. Era pusillanime, poiché fu colto da spavento alla voce di una serva; era povero, infatti non poté nemmeno pagare la sua parte di tributo, un mezzo statere: “Non possiedo né oro, dice, né argento” (At 3,6; cf. Mt 17,24-27). Era incolto, poiché quando rinnegò il Signore, non seppe tirarsi indietro con l`astuzia.
Dunque partirono, questi pescatori di pesci, e riportarono la vittoria sui forti, i ricchi e i sapienti. Miracolo grande! Deboli com`erano, attraevano, senza violenza, i forti alla loro dottrina; poveri, istruivano i ricchi; ignoranti, facevano dei saggi e dei prudenti i loro discepoli. La sapienza del mondo ha ceduto il posto a quella sapienza che è di per sé sapienza delle sapienze.

(Efrem, Diatessaron, 4, 3, 17 s. 20)

 

L’annunciatore del Regno

“E ogni volta che qualcuno non vi riceverà, uscendo da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi, in testimonianza contro di loro” (Lc 9,5).
Gli insegnamenti del Vangelo indicano come deve essere colui che annunzia il Regno di Dio: senza bastone, senza bisaccia, senza calzature, senza pane, senza denaro, cioè a dire non preoccupato di cercare l`appoggio dei beni di questo mondo, stando sicuro nella sua fede che quanto meno cercherà i beni temporali tanto piú essi gli basteranno. Chi vuole, può intendere tutto questo passo nel senso che esso ha lo scopo di formare uno stato d`animo tutto spirituale, come di chi si è spogliato del corpo a mo` d`un vestito, non soltanto rinunziando a ogni forma di potere e disprezzando le ricchezze, ma ignorando anche ogni bisogno della carne.
A costoro è fatta, prima di tutto, una raccomandazione generale che riguarda la pace e la costanza: essi porteranno ovunque la pace, andranno con costanza, osserveranno le norme e gli usi dell`ospitalità, poiché non si addice al predicatore del regno celeste correre di casa in casa e mutare con ciò le leggi inviolabili appunto dell`ospitalità. Ma se si suppone che generalmente sarà loro offerto il beneficio dell`ospitalità, tuttavia, nel caso che essi non siano bene accolti, vien loro impartito l`ordine di scuotersi la polvere di dosso e uscire dalla città. Questo ci insegna che una generosa ospitalità non riceve una ricompensa mediocre: non soltanto infatti noi procuriamo la pace ai nostri ospiti ma, se essi sono coperti da una leggera polvere di colpa, potranno togliersela accogliendo bene i predicatori apostolici. Non senza motivo in Matteo viene ordinato agli apostoli di scegliere bene la casa dove entreranno (cf. Mt 10,11), in modo da non trovarsi nella necessità di cambiare casa o di violare gli usi dell`ospitalità. Tuttavia, non si rivolge la stessa raccomandazione a colui che riceve l`ospite, nel timore che, operando una scelta fra gli ospiti, si finisca col limitare il dovere di ospitalità.
Se noi con tutto questo abbiamo offerto, nel suo senso letterale, un valido precetto che riguarda il carattere religioso dell`ospitalità, tuttavia ci viene suggerita l`interpretazione spirituale del mistero. Ecco, quando si sceglie una casa, si ricerca un ospite degno. Vediamo un po` se per caso non sia la Chiesa che viene indicata alla nostra ricerca, e vediamo se l`ospite da scegliere non sia per caso Cristo. C`è una casa piú degna della santa Chiesa per accogliere la predicazione apostolica? E quale ospite potrà essere preferito a tutti gli altri, se non il Cristo? Egli è solito lavare i piedi ai suoi ospiti (cf. Gv 13,5) e, quanti egli riceve nella sua casa, non tollera che vi soggiornino con i piedi sporchi, ma, per quanto fangosi possano essere a causa della vita passata, egli si degna di lavarli per consentire che sia proseguito il viaggio. E` dunque lui che nessuno deve lasciare, né cambiare con un altro. A lui giustamente si dice: “Signore, a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna, e noi crediamo” (Gv 6,68-69).

(Ambrogio, Exp. in Luc., 6, 65-67)

 

Non possedere due tuniche

E` infatti un dovere proprio degli apostoli, piuttosto che del popolo, che se uno ha due tuniche, una la dia a chi non ne ha. E perché tu sappia che questo consiglio conviene agli apostoli piú che alle folle, ascolta ciò che il Salvatore dice loro: “Non portate per via due tuniche” (Mt 10,10).
Sta di fatto che questi due abiti, dei quali uno serve a vestirci e l`altro ci vien consigliato di darlo a chi non ne ha, hanno un altro significato. Insomma il Salvatore, cosí come noi «non dobbiamo servire due padroni» (cf.Lc 16,3; Mt 6,24), vuole che non possediamo due tuniche e non siamo avvolti in un duplice abito, in quanto uno è l`abito del vecchio uomo e l`altro l`abito dell`uomo nuovo. Egli al contrario desidera vivamente che noi «ci spogliamo del vecchio uomo per rivestirci dell`uomo nuovo» (cf. Col 3,9-10). Fin qui la spiegazione è facile.
Ma ci si chiede soprattutto perché, alla luce di questa interpretazione, venga ordinato di dare una tunica a chi non ne ha. Qual è l`uomo che non ha sul suo corpo neppure un abito, che è nudo, che non è coperto assolutamente da nessuna veste? Io non dico in verità che con questo precetto non ci venga comandato di essere generosi, di avere pietà per i poveri e di possedere una bontà illimitata, tanto da spingerci a coprire coloro che sono nudi coll`altra nostra tunica; ma affermo che questo passo ammette un`interpretazione piú profonda. Noi dobbiamo donare una tunica a chi ne è completamente sprovvisto: chi è quest`uomo senza tunica? E` colui che è assolutamente privo di Dio. Noi dobbiamo spogliarci e dare la tunica a chi è nudo. Uno possiede Dio, e l`altro, cioè il potere avversario, ne è del tutto privo. E cosí come sta scritto: “precipitiamo i nostri delitti in fondo al mare” (Mi 7,19), nello stesso senso dobbiamo buttar via lontano da noi i vizi e i peccati e gettarli su colui che è stato per noi la causa di essi.

(Origene, In Evang. Luc., 23, 3)

 

 

Il Vangelo della Domenica

 

 

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