Per orientare la nostra preghiera

 

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1, 40-45)

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Parola del Signore

 

 

Preghiamo

 

Ti preghiamo Signore perché comprendiamo il grande bisogno di guarigione che vivono quanti sono segnati dal dolore. Donaci la tua compassione per consolare e per non rassegnarci mai di fronte al male. Preghiamo

 

Ti preghiamo Signore per Papa Francesco e per tutta la Chiesa, perché imitando Gesù, sappia prendersi cura dei più deboli e dei malati. Preghiamo

 

Ti preghiamo Signore perché coloro che governano le sorti delle nazioni sentano la responsabilità di perseguire sempre il bene comune e si impegnino a combattere la Pandemia senza egoismi nazionali, provvedendo a che tutti, anche nei luoghi più poveri del mondo, giungano le cure necessarie. Preghiamo

 

Ti preghiamo Signore perché le ferite della guerra siano guarite e la pace torni in tanti angoli della terra. Preghiamo

 

 

Per nutrire il nostro cuore

 

 

Liberaci dalla terribile Pandemia e dalle afflizioni

O Signore Gesù Cristo, Dio nostro, eterno Logos del Padre, per il tuo estremo amore per l’umanità hai assunto la nostra forma, accondiscendendo a noi una condiscendenza indicibile e incomprensibile, hai aperto alla stirpe di Adamo le porte del Paradiso e ci hai resi immortali con la tua Croce e la tua Risurrezione, e hai riversato sui tuoi santi discepoli e apostoli lo Spirito santo, che illumina il mondo intero e lo conduce pienamente nella Verità, ascolta noi che ci prosterniamo a te con umiltà. Accetta le nostre suppliche, o Signore onnisciente, onnipresente e onnipotente. Tu che sei causa del bene, elargitore di ogni bene ed esecutore di ogni beneficio, stendi la tua mano in nostro aiuto, tu che sempre dai più di quello che ti chiediamo. Liberaci, o Signore, dalla terribile pandemia e dalle afflizioni a essa legate. Invia la tua grazia come panacea ai malati e consolali con il sollievo delle loro sofferenze, e con una guarigione rapida e completa. Sostieni i medici e tutti coloro che si prendono cura dei malati. Mantieni sotto la tua protezione tutti noi, dona, o medico delle anime e dei corpi, la salute di entrambi — anima e corpo — ai tuoi servi, una ragione prudente, un cuore puro, tutte le benedizioni celesti e uno spirito retto inaugura in noi.

Insegnaci i tuoi comandamenti e dacci, o Sovrano, fede che si opera attraverso l’amore e speranza indubitata, poiché il tuo nome, più che santo e sovraceleste, sia glorificato, e venga servito il fratello, “l’amato di Dio”. Presta il tuo orecchio, o Signore risorto dai morti, che hai risuscitato anche noi e rendici fermi nell’osservare i tuoi comandamenti, per la mediazione della prima santa, la Theotokos, la fonte vivificante, che sempre concede «un inesauribile traboccare di guarigioni», per le intercessioni di tutti i santi che attraverso i secoli furono graditi a Te, «il Verbo, il più santo di tutti i santi». Amin.

(Bartolomeo, Patriarca ecumenico, Preghiera per il periodo di pandemia, 3 maggio 2020)

 

«Signore, se vuoi, puoi guarirmi»

Grande la fede di questo lebbroso e perfetta la sua professione! Per primo, infatti, adorò, quindi disse: «Signore, se vuoi, puoi guarirmi» (Mt 8,2-4). In ciò che egli adorò, mostrò di aver creduto a quel Dio che egli adorò, poiché la legge prescriveva che non si deve adorare se non un solo Dio.

Quindi, col dire: «Signore, se vuoi, puoi guarirmi» prega la sua onnipotenza e la natura della divina potestà sotto l`influsso della sua volontà affinché voglia soltanto il Signore, come rimedio, poiché sapeva che il potere della virtù divina, si sottometteva alla sua volontà. Per conseguenza poiché credette che al Figlio di Dio soltanto il volere significava (era) potere, e il potere, volere, per questo disse: «Signore, se vuoi, puoi guarirmi».

Non senza ragione, il Signore conoscendo l`animo devoto e fedele del lebbroso che credeva in sé, per confermare la sua fede subito lo ricompensò del dono della sanità, dicendo: «Lo voglio, sii guarito» (Mt 8,2-4). Quindi, «stendendo la mano, lo toccò. E istantaneamente la lebbra scomparve» (Mt 8,3).

E così facendo pubblicamente si dichiarò il Signore del potere assoluto come già aveva creduto il lebbroso. Immediatamente e come volle, la virtù del suo manifesta la sua volontà. Così, infatti, disse: «Voglio, sii guarito. E subito la sua lebbra scomparve». E Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va`, presentati al sacerdote, e poi fa` l`offerta che Mosè prescrisse in testimonianza ad essi» (Mt 8,3-4). Il Signore comanda a colui al quale aveva guarito la lebbra e di presentarsi al sacerdote e di offrire sacrifici per sé prescritti nella legge. E in questo volle manifestare compiuti da sé i misteri (le adempienze) della legge, e accusare l`infedeltà dei sacerdoti, affinché constatando il lebbroso guarito che né la legge, né i sacerdoti avevano potuto mondare, o credessero che Egli era il Figlio di Dio e riconoscessero che Egli stesso era il padrone della legge; a causa della giustizia e della fede del lebbroso e della testimonianza della sua stessa opera, ricevessero la condanna della loro infedeltà.

Chi, infatti, avrebbe potuto col potere della propria virtù guarire il lebbroso, che la legge non poté mondare, se non colui che è il padrone della legge, e che è il Signore di tutte le virtù, del quale leggiamo scritto: «Il Signore delle virtù è con noi chi ci accoglie è il Dio di Giacobbe» (Sal 45,8-12), anche prima che fosse mondato, credette con religiosa professione di fede che il Figlio di Dio era Dio; i sacerdoti, invece, neppure dopo il prodigio della divina virtù vollero credere.

In verità se (riusciamo a capire) comprendiamo che per questo il Signore aveva comandato a colui che aveva liberato dalla lebbra, affinché offrisse sacrifici prescritti nella legge per sé, mostrasse con questo che egli era l`autore del precetto dato, e per gli stessi misteri adempiuti nella verità, che erano stati in antecedenza manifestati come figure.

(Cromazio di AquileiaIn Matth. Tract., 38, 10)

 

Cristo non è venuto solo per guarire i corpi, ma per condurre le anime alla virtù

Cristo, inoltre, non si limita a dire: «Lo voglio: sii mondato», ma stende anche la sua mano e tocca il lebbroso (cf. Mt 8,3). Questa circostanza merita di essere esaminata. Perché, dato che guarisce il malato con la sua volontà e con la sua parola, aggiunge anche il tocco della sua mano? Io ritengo che per nessun altro motivo lo faccia, se non per mostrare anche in quest`occasione che egli non è affatto soggetto alla legge, ma che è al di sopra di essa; e, infine, che non c`è niente di impuro per un uomo puro. In una occasione simile il profeta Eliseo non volle neppure vedere Naaman e, pur sapendo che costui era scandalizzato perché egli non si accostava né lo toccava, per rispettare rigorosamente la legge rimase in casa, limitandosi a mandarlo al Giordano perché si lavasse in quelle acque (cf. 2Re 5). Il Signore, invece, vuol mostrare che egli guarisce non da servitore, ma da padrone, e perciò tocca il lebbroso. Non è la mano infatti che diventa impura al contatto con la lebbra: al contrario, il corpo lebbroso è purificato dal tocco di quella santa mano. Cristo non è venuto solo per guarire i corpi, ma per condurre le anime alla virtù. E come quando istituisce quell`ottima legge che permette di mangiare ogni genere di cibi, egli dice altresí che non è piú proibito sedere a mensa senza lavarsi le mani, cosí qui per insegnare che si deve aver cura dell`anima e che, senza darsi pensiero per le esteriori purificazioni, bisogna mantenerla pura e temere soltanto la lebbra spirituale, che è il peccato, – la lebbra del corpo non è di ostacolo alla virtù -, Gesú per primo tocca il lebbroso; e nessuno lo rimprovera. Non era infatti quello della folla un tribunale corrotto, né gli spettatori erano testimoni dominati dall`invidia. Perciò non solo non lo accusano, ma ammirano stupefatti il miracolo e, ritirandosi, adorano la sua irresistibile potenza, manifestatasi nelle parole e nelle opere.

(Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 25, 1 s.)