Per orientare la nostra preghiera

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3, 14-21)

 

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore

 

 

Preghiamo

 

Per Papa Francesco perché il Signore lo benedica e lo protegga sempre e perché possano moltiplicarsi nel mondo i frutti di riconciliazione e fratellanza dopo il suo viaggio in Iraq; perché tutta la Chiesa segua i suoi passi e sappia offrire ad ogni uomo la speranza che l’amore è più forte della morte. Preghiamo

 

Ti preghiamo Signore per tutti i popoli e per i governanti, perché liberi da logiche di potere e di interessi di parte difendano la dignità di ogni persona, particolarmente di chi è più debole e svantaggiato. Per la fine della Pandemia. Preghiamo

 

Per tutti coloro che vivono la difficile prova della guerra, perché possa sorgere al più presto la luce della pace anche negli angoli più bui della terra. Che il Signore benedica l’impegno degli operatori di pace. Preghiamo

 

 

 

Per nutrire il nostro cuore

 
 

Con la sua morte Cristo annulla il morso del diavolo

Il popolo, flagellato nel deserto dai serpenti infuocati, era simbolicamente guarito dal morso dei serpenti dalla vista del serpente di bronzo (Nm 21, 8-9). Se tali cose sono riferite a quei misteri ai quali hanno l’ordine di essere subordinate, ci suggeriscono i sacramenti di grandi verità.

E con il serpente di bronzo è rappresentata la passione di Cristo salvatore che, venendo a liberarci dalla morte, volle docilmente affrontare la morte, e così, avendo annullato con la sua morte il morso del serpente, cioè il diavolo, e distrutto quello, donò ai fedeli i rimedi della beata immortalità. e cioè si mostra espresso così nella Sapienza dove è detto: Erano infatti annientati dai morsi dei serpenti velenosi. Ma la collera non  durò a lungo. Chi infatti si convertiva era guarito non grazie a ciò che vedeva, ma grazie a te guaritore di tutti (Sap 16, 5-7). e nello stesso modo, attribuendo chiaramente ciò al Figlio di Dio aggiunse: Infatti non li guariva né un’erba né un unguento, la la tua parola, Signore, che tutto cura (Sap 16, 12). E’ questo infatti che lo stesso Signore sembra dimostrare quando dice: Come Mosé innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 14-15).

(Sant’Ambrogio, Esposizione del Vangelo secondo Luca)

 

 

Accogliamo la luce  diventiamo discepoli del Signore

«I comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi» (Sal 18, 9). Ricevi Cristo, ricevi la vista, ricevi la luce per conoscere a un tempo Dio e l’uomo. È più desiderabile il Verbo dal quale siamo illuminati «dell’oro, di molto oro fino; più dolce del miele e di un favo stillante» (Sal 18, 11). E come potrebbe non essere desiderabile, dal momento che ha portato verso la luce la mente avvolta dalle tenebre e ha reso più luminosi e più acuti gli occhi dell’anima?

Se non ci fosse il sole, la notte sarebbe diffusa dovunque nonostante tutte le stelle; così, se non avessimo conosciuto il Verbo e non fossimo stati da lui illuminati, saremmo come galline nutrite al buio per poi subire la morte.

Apriamo dunque alla luce per possedere Dio. Accogliamo la luce per diventare discepoli del Signore. Egli infatti lo ha promesso al Padre: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all’assemblea» (Sal 21, 3). Esaltalo, e poi parlami di Dio tuo Padre: le tue parole apportano salvezza. Il tuo cantico mi insegnerà che nel cercare Dio, finora sono andato errando.

Quando invece sei tu, o Signore, a condurmi alla luce e per tuo mezzo trovo Dio e da te accolgo il Padre divento tuo erede, perché non ti sei vergognato di chiamarmi fratello (cfr. Eb 2, 11).

Guardiamoci dal dimenticare la verità, allontaniamo da noi l’ignoranza e, dissipate le tenebre che offuscano come nube i nostri occhi, contempliamo il vero Dio elevando per prima cosa verso di lui questa acclamazione: salve, o luce! Infatti, a noi che eravamo sepolti nelle tenebre e avvolti nell’ombra della morte, è apparsa la luce del cielo, più pura del sole e più gioiosa di questa vita. Questa luce è la vita eterna e di essa vivono tutte le cose che ne partecipano.

(Clemente Alessandrino)

 

 

Cristo è morto per tutti

Il vero mediatore, che la tua segreta misericordia ha rivelato agli umili e che hai inviato perché dal suo esempio imparassero, fra l`altro, la stessa umiltà, quel «mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù», apparve come elemento di congiunzione tra i malfattori mortali e il giusto immortale, lui mortale con gli uomini, giusto con Dio.  Ora la ricompensa della giustizia è la vita e la pace. Per questo Cristo con la giustizia, che lo accomunava a Dio, eliminò la morte che, per sua libera scelta, lo accomunava con gli empi giustificati

Quanto ci hai amati, o Padre buono, che non hai risparmiato il tuo unico Figlio, ma lo hai dato per noi peccatori! (cfr. Rm 8, 32).

Come ci hai amati, quando per noi «egli che non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con te, si fece obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2, 6. 8)!

Proprio lui, l’unico libero fra i morti, «che ha il potere di offrire la propria vita e il potere di riprenderla di nuovo» (Gv 10, 18)! 

Per noi è vincitore e vittima davanti a te, vincitore proprio perché vittima. Per noi è sacerdote e sacrificio davanti a te, sacerdote proprio perché sacrificio. Egli da schiavi ci ha resi tuoi figli, nascendo da te, servendo a noi.

Con tutta ragione pongo in lui una sicura speranza che tu, o mio Dio, guarirai tutte le mie infermità, per mezzo di colui che sta alla tua destra e «intercede per noi» (Rm 8, 34). Spaventato dai miei peccati e dal cumulo della mia miseria, avevo ventilato in cuor mio e meditato il ritiro nella solitudine. Ma tu me l’hai impedito e mi hai spronato con queste parole: «Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Cor 5, 15).

Ecco, Signore, io getto in te ogni mio pensiero perché io viva, «perché io veda le meraviglie della tua legge» (Sal 118, 18).

(Sant’Agostino)