Per orientare la nostra preghiera

 

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21, 25-28.34-36)


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

 

Preghiamo

 

Perché viviamo l’attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova, pazienti di fronte alle avversità e perseveranti nella preghiera. Preghiamo

 

Per Papa Francesco e  per la Chiesa: perché in questo tempo  attenda con vigilanza la venuta del Signore, camminando nelle vie dell’amore e dell’unità. Preghiamo

 

Perché il Signore che conduce la storia verso la pienezza dei tempi, ispiri tutti gli uomini a cercare la giustizia e a costruire la pace e allontani lo spettro di nuove guerre dal nostro mondo. Preghiamo

 

Per i poveri, i rifugiati, spesso dimenticati negli immensi campi profughi, perché nella solidarietà e nell’accoglienza possano sperimentare la salvezza portata dal Signore. Preghiamo

 

 

Per nutrire il nostro cuore

 

I due avventi di Cristo       

Nella sua prima venuta, Dio è venuto senza alcuno splendore, sconosciuto dai più, prolungando per lunghi anni il mistero della sua vita nascosta. Quando scese dal monte della Trasfigurazione, Gesù chiese ai suoi discepoli di non dire a nessuno che era il Cristo. Veniva allora, come un pastore, a cercare la sua pecora smarrita, e per impadronirsi dell’animale ribelle, gli occorreva rimanere nascosto. Come un medico che si guarda bene dall’impaurire al primo approccio il suo malato, così il Salvatore evita di farsi conoscere fin dall’inizio della sua missione : lo fa soltanto impercettibilmente e poco a poco. 

Il profeta aveva predetto tale venuta senza splendore in questi termini : “Scenderò come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra” (Sal 7,16). Non ha squarciato il firmamento per venire sulle nubi, ma è venuto in silenzio nel seno di una Vergine, portato in grembo durante nove mesi. E’ nato in una greppia, come il figlio di un umile artigiano… Va di qua e di là, come un uomo ordinario ; il suo vestito è semplice, la sua mensa più frugale ancora. Cammina senza posa fino a stancarsi.

Ma tale non sarà la sua seconda venuta. Verrà con tanto splendore che non ci sarà bisogno di annunciare la sua venuta. “Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo” (Mt 24,27). Questo sarà il tempo del giudizio e della sentenza pronunciata. Perciò il Signore non apparirà come un medico, bensì come un giudice. Il profeta Daniele ha visto il suo trono, il fiume che scorre dinanzi al tribunale e il carro di fuoco con le ruote (7, 9-10)… Davide, il re profeta, non parla che di splendore, di chiarore, di fuoco risplendente: “Davanti a lui un fuoco divorante, intorno a lui si scatena la tempesta” (Sal 49,3). Tutte queste similitudini ci servono per farci capire la sovranità di Dio, la luce splendente che lo circonda e la sua natura inaccessibile.

(San Giovanni Crisostomo)

 

 

La fine del mondo segna il trionfo di Gesù Cristo e il premio degli eletti.

Fratelli carissimi, il nostro Signore e Redentore, volendoci trovare preparati e per allontanarci dall`amore del mondo, ci dice quali mali ne accompagnino la fine. Ci scopre quali colpi ne indichino la fine, in modo che se non temiamo Dio nella tranquillità, il terrore di quei colpi ci faccia temere l`imminenza del suo giudizio. Infatti alla pagina del santo Vangelo che avete ora sentito, il Signore poco prima ha premesso: “Si leverà popolo contro popolo e regno contro regno; vi saranno terremoti, pestilenze e carestie dappertutto” (Lc 21,10-11); e poi ancora: “Ci saranno anche cose nuove nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra le genti saranno prese da angoscia e spavento per il fragore del mare in tempesta” (Lc 21,25); dalle cui parole vediamo che alcune cose già sono avvenute e tremiamo per quelle che devono ancora arrivare. Che le genti si levino contro altre genti e che la loro angoscia si sia diffusa sulla terra l`abbiam visto piú ai nostri tempi che non sia avvenuto nel passato. Che il terremoto abbia sconquassato innumerevoli città, sapete quante volte l`abbiam letto. Di pestilenze ne abbiamo senza fine. Di fatti nuovi nel sole, nella luna e nelle stelle, apertamente per ora non ne abbiam visto nulla, ma che non siano lontani ce ne dà un segno il cambiamento dell`aria. Tuttavia prima che l`Italia cadesse sotto la spada dei pagani, vedemmo in cielo eserciti di fuoco, cioè proprio quel sangue rosseggiante del genere umano, che poi fu sparso. Di notevoli confusioni di onde e di mare non ne abbiamo ancora avute, ma poiché molte delle cose predette già si sono avverate, non c`è dubbio che avvengano anche le poche, che ancora non si sono avverate; il passato è garanzia del futuro.
Queste cose, fratelli carissimi, le andiamo dicendo, perché le vostre menti stiano vigilanti nell`attesa, non s`intorpidiscano nella sicurezza, non s`addormentino nell`ignoranza e vi stimoli alle opere buone il pensiero del Redentore che dice: “Gli abitanti della terra moriranno per la paura e per il presentimento delle cose che devono avvenire. Infatti le forze del cielo saranno sconvolte” (Lc 21,26). Che cosa il Signore intende per forze dei cieli, se non gli angeli, arcangeli, troni, dominazioni, principati e potestà, che appariranno visibilmente all`arrivo del giudice severo, perché severamente esigano da noi ciò che oggi l`invisibile Creatore tollera pazientemente? Ivi stesso si aggiunge: “E allora vedranno venire il Figlio dell`uomo sulle nubi con gran potenza e maestà”. Come se volesse dire: Vedranno in maestà e potenza colui che non vollero sentire nell`umiltà, perché ne sentano tanto piú severamente la forza, quanto meno oggi piegano l`orgoglio del loro cuore innanzi a lui.
Ma poiché queste cose sono state dette contro i malvagi, ecco ora la consolazione degli eletti. Difatti viene soggiunto: “All`inizio di questi avvenimenti, guardate e sollevate le vostre teste, perché s`avvicina il vostro riscatto”. E` la Verità che avverte i suoi eletti dicendo: Mentre s`addensano le piaghe del mondo, quando il terrore del giudizio si fa palese per lo sconvolgimento di tutte le cose, alzate la testa, cioè prendete animo, perché, se finisce il mondo, di cui non siete amici, si compie il riscatto che aspettate. Spesso nella Scrittura il capo sta per la mente, perché come le membra son guidate dal capo, cosí i pensieri sono ordinati dalla mente. Sollevare la testa, quindi, vuol dire innalzare le menti alla felicità della patria celeste. Coloro, dunque, che amano Dio sono invitati a rallegrarsi per la fine del mondo, perché presto incontreranno colui che amano, mentre se ne va colui ch`essi non amavano. Non sia mai che un fedele che aspetta di vedere Dio, s`abbia a rattristare per la fine del mondo. Sta scritto infatti: “Chi vorrà essere amico di questo mondo, diventerà nemico di Dio” (Gc 4,4). Colui che, allora, avvicinandosi la fine del mondo, non si rallegra, si dimostra amico del mondo e nemico di Dio. Ma non può essere questo per un fedele, che crede che c`è un`altra vita e l`ama nelle sue opere. Si può dispiacere della fine di questo mondo, chi ha posto in esso le radici del suo cuore, chi non tende a una vita futura, chi neanche sospetta che ci sia. Ma noi che sappiamo dell`eterna felicità della patria, dobbiamo affrettarne il conseguimento. Dobbiamo desiderare d`andarvi al piú presto possibile per la via piú breve. Quali mali non ha il mondo? Quale tristezza e angustia vi manca? Che cosa è la vita mortale, se non una via? E giudicate voi stessi, fratelli, che significherebbe stancarsi nel cammino d`un viaggio e tuttavia non desiderare ch`esso sia finito.

(San Gregorio Magno, Sermo 1, 1-3)

 

Beato chi pensa al giudizio

Beata l`anima che notte e giorno non si preoccupa d`altro che di rendere agevole il suo compito quel giorno in cui ogni creatura dovrà presentare i suoi conti al grande giudice. Colui, infatti, che tiene fisso innanzi agli occhi quel giorno e quell`ora e medita su quel tribunale che non può essere ingannato, non può commettere se non qualche lievissimo peccato; poiché, quando pecchiamo, pecchiamo per mancanza di timor di Dio; perciò, se uno tiene ben fisso lo sguardo sulle pene che sono minacciate, il suo intimo ed istintivo timore gli consentirà soltanto di cadere in qualche involontaria azione o pensiero. Perciò, ricordati di Dio, conservane il timore nel tuo cuore e invita tutti a pregare con te. E` grande l`aiuto di quelli che possono placare Dio. E questo non lo devi tralasciare mai. Questo sostegno dell`altrui preghiera ci è di aiuto in questa vita e ci è di buon viatico, quando ne usciamo per la vita futura. Però, com`è cosa buona la preoccupazione del bene, cosí è dannoso per l`anima lo scoraggiamento e la disperazione. Riponi la tua speranza nella bontà di Dio e aspettane l`aiuto con la sicurezza che, se ci rivolgiamo a lui con sincerità di cuore, non solo non ci rigetterà, ma prima ancora che si chiuda la bocca sulla preghiera, egli ci dirà: Eccomi, son qui.

(San Basilio di Cesarea, Epist., 174)