Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24, 46-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore
Preghiamo
Perché il Signore Gesù, che è con noi tutti i giorni con la sua Parola ed il suo Spirito, faccia crescere in noi la speranza e ci aiuti a comunicare il Vangelo ad ogni creatura. Preghiamo
Per il nostro vescovo Papa Francesco, per la Chiesa e per la missione che le è affidata, perché tanti uomini e tante donne accolgano, l’invito a farsi comunicatori generosi del Vangelo. Preghiamo
Per il cardinale Matteo Zuppi, che ha servito come parroco la nostra parrocchia, perché, in questo nuovo ministero a capo della Chiesa italiana, sia guidato dallo Spirito per raccogliere le sfide del tempo presente e far risplendere l’amore e la misericordia, preghiamo.
Perché non dimentichiamo mai i tanti uomini e donne per cui il cielo è chiuso, perché l’indifferenza si sostituisca alla preghiera e alla solidarietà, preghiamo.
(Manuel Nin, L’ascensione nella tradizione bizantina, L’Osservatore Romano 21 maggio 2009)
Lasciando alla terra le cose della terra e abbandonando la cenere al fango, venite, raccogliamoci e alziamo in alto occhi e pensieri. Dirigiamo, o mortali, i nostri sguardi, insieme ai sensi, verso le porte celesti. Immaginiamo di trovarci sul Monte degli Ulivi e di guardare verso il Salvatore portato sulla nuvola. Di là, infatti, il Signore è asceso verso il cielo. Là il Magnanimo ha distribuito i doni ai suoi apostoli, consolandoli come un padre, aiutando e guidando loro come figli e dicendo: “Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
Colui che scese sulla terra in modo a lui solo conosciuto, e che risalì di nuovo come egli sa, invitò coloro che aveva amato a venire verso un monte elevato e condusse quanti aveva radunati affinché, elevati anima e sensi, essi dimenticassero tutte le cose terrene. Condotti dunque sul Monte degli
Ulivi, essi si tennero attorno al Benefattore, come riferisce Luca, l’ispirato. Il Signore stese le braccia quasi fossero ali, come l’aquila stende le proprie sulla nidiata per custodirla nel tepore, e disse ai propri aquilotti: “Vi ho messo al riparo da tutti i mali. Come io ho amato voi, anche voi amate me. Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
“Dall’alto, discepoli miei, quale Dio, Autore di tutto il creato, poso su di voi le mani, che gli empi hanno distese, hanno appese e inchiodate. Voi dunque, chinando sotto queste mani il capo, capite, comprendete, amici, ciò che sto per compiere. Come fu per il battesimo, io imporrò adesso le mani su di voi, e avendovi benedetto, vi rimanderò illuminati, ricolmi di sapienza. Sui vostri capi siano lode e magnificenza e, nelle vostre anime, l’illuminazione, come sta scritto. Perché io infonderò in voi lo Spirito e come avrete accolto ospite me, sarete miei discepoli, scelti, miei fedeli e familiari. Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
Con queste parole il Salvatore ispirò agli apostoli grande, immenso accoramento. Presero allora a piangere, a gemere dal profondo del cuore e si rivolsero al Maestro: “Tu stai per lasciarci, Benevolo, hai l’intenzione di allontanarti dai tuoi amati? Stai parlando come se dovessi partire, le tue parole lasciano intendere separazione, e questo ci affligge, desiderando rimanere accanto a te. Siamo alla ricerca del tuo volto, che allieta le nostre anime. Siamo stati folgorati, incatenati dalla visione di te. Non v’è altro Dio all’infuori di te, non allontanarti dai tuoi amici. Resta con noi e a noi ripeti: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
“Abbiamo rinunciato alla nostra vita di prima, l’abbiamo sfuggita quasi per forza; per seguire te, siamo divenuti come stranieri sulla terra ed errabondi. Il primo di noi che è divenuto tuo amico, Pietro, si è estraniato da ciò che era prima. Andrea, suo fratello, appena ti incontrò, subito ha
lasciato tutto ciò che è nel mondo e ha portato la croce tua sulle spalle. Tu vuoi trascurare, Maestro, simili fatti? Hai fretta di abbandonarci, come se avessi dimenticato? Non sia, Sovrano. E che non ci illudano quanti ci odiano e non debbano gridare: Dov’è quello che vi ha detto: Da voi non mi
separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà su di voi?”.
“Trascuri, Redentore, e non ricordi l’amicizia dei figli di Zebedeo? Eppure, Amico degli uomini, essi hanno ascoltato la tua santa parola e non l’hanno disprezzata; non hanno detto nel loro cuore: Chi è questi che chiama?, ma te hanno anteposto al padre loro. Poi, non è forse Matteo che ha
preferito grande indigenza al profitto di pubblicano, perché amò la ricchezza che dai tu? E Tommaso il Didimo, che ha preso in disgusto la propria vita? In breve, noi tutti diciamo: Abbiamo amato te sopra ogni cosa. Non lasciarci allora, prendici nelle tue braccia, tu che tutto ricolmi, abbraccia noi e ripeti: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi.”.
Avendo il Salvatore ascoltato gli apostoli e veduto la costernazione di quegli amici, ebbe pietà di loro e, come padre che ha pietà dei figli, esclamò: “Non piangete, amici. Non è tempo di lacrime, né giorno di desolazione. È l’ora della gioia, perché sto aprendo le ali verso il Padre dove riposerò nella mia tenda. Ho infatti per tenda la vastità del cielo, una tenda che non mi circoscrive eppure mi sta attorno, come dice Isaia: Dio ha disteso il cielo come volta e vi abita come sotto una tenda”. E lo stesso dice ai suoi: “Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
“Siate piuttosto soddisfatti e lieti, abbiate aspetto di gioia e cantate un cantico nuovo c poiché tutto quanto avverrà sarà per il vostro bene. Per voi sono disceso, e soprattutto qui sono venuto per il vostro bene, affinché siate voi a possedermi. Ancora per voi risalirò nei cieli, per prepararvi il
posto dove voglio essere con voi. Molte sono le dimore lassù, presso mio Padre: alcune sono possedute dai Padri, altre appartengono agli Spiriti dei Giusti, altre ai Profeti. Quelle a voi riservate, nessuno le ha mai vedute. Ve le preparerò dunque io, e là sarete da me elevati. Da voi non
mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi.
Alzatevi adesso. Restate. Nel contemplare, sappiate che vedete il corpo e non la divinità e con occhio che non sbaglia considerate questa mia ascensione! La carne che ora vedete è la stessa che sale, mentre ogni luogo è ricolmo della mia divinità. Quando però ciò che si vede di me si sarà
elevato, del pari sarà anche ciò che non si vede, perché tutt’uno. Io soltanto sono visibile ed invisibile a un tempo, sono veramente ciò che voi vedete e non muto. Come dice la Scrittura: Sono immortale e sono simile a voi, sopra di voi e in mezzo a voi. Da voi non mi separerò, io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
Detto ciò ai suoi amici, il Cristo dette segno agli Arcangeli di preparare ai suoi piedi puri una via mai praticata prima. A questo comando i primi degli angeli gridarono a tutte le Potenze celesti: “Rialzate le porte, aprite gli accessi celesti e trionfali, perché sta per salire il Re della gloria. Nubi,
distendetevi sotto a colui che sta per salire. Etere, predisponiti per accogliere colui che sta per attraversarti. Cieli, apritevi. Cieli dei cieli, accoglietelo, perché sale verso di voi colui che ai suoi ha detto: “Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
11. A queste parole, i Superni aprirono tutte le porte del cielo. Nello stesso tempo i Troni, le Signorie insieme con i Principati e le Dominazioni accorsero per l’incontro e, distendendo una nube quasi fosse un carro, la avviarono sul Monte degli Ulivi. Essa si abbassò e accolse colui che orienta le nubi e le cambia in pioggia. Giunta dunque, la nube lo portò. O piuttosto, fu portata essa, poiché lui, il portato, portava lei che lo portava, come Maria una volta. Anche Maria dalla Scrittura è detta nube, Nube che conservò, abitandola, colui che ai discepoli disse: “Da voi non mi separerò; io sono con voi, e nessuno prevarrà contro di voi”.
Nessuno degli apostoli aveva gioia da quanto stava accadendo. Ebbero immediata angoscia. Tutti rivolsero gli occhi verso l’alto per osservare l’Ascensione. Di colpo, la nube si era distesa facendosi carro sotto il piede irreprensibile. Il cielo si stracciò come una tunica ed il Figlio di
Maria iniziò ad ascendere, scortato dai Cori Ignei che osannavano: “Signore, il tuo trono è preparato. Alzati, sali sulle ali dei venti, ritorna nel seno del Padre. Perché è sempre il medesimo il tuo trono, tu lo abiti, tu non lo hai mai lasciato, benché tu dica a quanti sono rimasti laggiù: Da voi
non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
Osservando ciò che accadeva, i fedeli, cantando un inno davidico, così si esprimevano: “Veramente nell’allegrezza è salito Dio, il Signore al suono della tromba”. E mentre essi erano intenti a cantare e a guardare in alto, due Angeli scesero loro incontro in coppia. Come insegna il libro degli ‘Atti’ che dice: “E mentre il Creatore ascendeva e i Santi guardavano, apparvero due esseri dall’apparenza umana, che in veste bianca parlarono così: Perché siete lì? Su che cosa tenete fisso lo sguardo? Che cercate di vedere? Ecco, Dio è assiso in trono: regna su di noi, colui che a voi
ha gridato: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
“Non abbiate dunque paura, Galilei, perché il Cristo, come é asceso così scenderà, allo stesso modo in cui l’avete visto salire. Egli veramente salì e non fu rapito. Non fu di lui come per Enoch, perché Enoch fu rapito alla terra, senza che fosse degno del cielo. E fu assegnato alle tende dei
Giusti. Anche Elia, che sedette su di un carro di fuoco, é salito, e non ha raggiunto il cielo ma, secondo ciò che sta scritto, ‘come al cielo’. Il Dio di Enoch ed il Dio di Elia, ascendendo al cielo, vi ha rivelato: Da voi non mi separerò; io sono con voi, e nessuno prevarrà contro di voi”.
Udite tali parole, i discepoli del Redentore dissero, gli uni agli altri: “Ma questi sono veramente testimoni dell’Ascensione del Cristo, poiché sono esseri celesti. Se non lo avessero veduto lassù nel cielo, essi non sarebbero affatto discesi per annunciarlo. Colui che era uscito dalla Vergine
è il Signore degli Angeli e tramite gli angeli fa conoscere la sua economia in favore degli uomini. Nacque, ed angeli fecero conoscere la sua nascita. Risuscitò, e di nuovo angeli annunciarono la sua risurrezione. Salì nei cieli, e a mezzo di Angeli buoni annuncia a noi la sua divina e gioiosa
Ascensione: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
Mostriamoci dunque fermi contro gli ingannatori, forti contro i delatori, e iniziando ad agire, adoperandoci con perseveranza sino a mettere questi avversari in rotta, diciamo con forza ai figli della perdizione: “Dov’è colui che avete ritenuto per morto nel sepolcro? Dov’è colui che i soldati
custodivano e che i vostri sigilli dovevano preservare? Come è stato egli rubato? Dov’è stato egli portato? Chi lo ha rubato? Chi lo ha portato? È vero che egli è stato rubato dal sepolcro? Come, allora, egli ci ha fatto dire: Non li temete, non saranno vittoriosi su di voi, poiché io vi ho detto: Da
voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi?”.
Così pensando del Cristo, del Dio che era asceso, i discepoli del Redentore discesero dal Monte rincuorati, ed insieme gioiosi. Pervenuti in basso, come insegna la Scrittura, essi si prostrarono adorando il Dio dei cieli e, in trasporto di lode, alzarono le voci a quella montagna, quasi a felicitare
quell’Eleona di essere stato luogo degno di tali grandi cose, e dissero: “Il monte del Sinai, di quanto tu lo superi! Esso ha accolto i passi di Mosè, ma tu hai accolto i passi di Dio! Sopra quel monte fu data la legge, ma la grazia fu data sopra di te, la stessa grazia creatrice di Mosè, e che a noi disse: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi.”
“Tu superi anche il Libano. Tabor ed Ermon a te sono inferiori, perché l’Amico degli uomini non ha operato in loro ciò che ha fatto in te”. Avendo così parlato, i discepoli del Creatore misero a tacere le loro voci. Poi, muovendo verso l’alto gli occhi e le mani, cercavano di intenerire il Dio del
cielo e della terra esclamando: “O tu, che sei senza peccato, donaci la tua pace e, tramite noialtri, donala al mondo che è tuo, per le preghiere di colei che ti ha generato! Il Nemico non osserva con favore il bene che deve essere da noi adempiuto. Tienilo lontano, o tu che hai promesso: Da voi non mi separerò; io sono con voi, nessuno prevarrà contro di voi”.
(Inno dell’Ascensione, Inno dell’Ascensione)