Rafforzati dai doni dello Spirito, apriamo il nostro cuore agli altri e tendiamo le braccia a chi è in difficoltà perché possiamo essere sorgente di pace e di speranza per tutta la città
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Cari fratelli e care sorelle,
oggi celebriamo la solennità della Santissima Trinità. Un mistero grande, senza il quale non possiamo dirci cristiani. La nostra vita scorre dentro questo mistero e le nostre parole per esprimerlo sono sempre inadeguate. Siamo come i bambini immersi nell’acqua del Battesimo. Sono scelti, anche senza il loro consenso e senza merito. Per puro amore gratuito. Sono da Dio resi suoi figli, e gli dona sorelle e fratelli nella comunità dei credenti. Forse intuiscono di essere amati, ma è una grazia che precede ogni loro possibile scelta. Non ne hanno coscienza: ma comprenderanno, se vogliono, vivendo. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo presiedono a quest’ingresso sulla via che loro gli hanno aperto. La via dell’amore e della fede, sulla quale camminare, imparare a pregare e amare, testimoniare, vivere e morire, nel segno della Trinità.
Dio sceglie senza chiedercelo. Non negozia con noi. E’ Padre. Il senso di orfananza nasce dalla paura della morte, che sembra più forte della conoscenza di Dio che ci è accanto.
Ma Dio ci aiuta a scoprire la famiglia che ci genera e ci accoglie. E noi possiamo sempre aprirci alla scoperta e alla fiducia in lui. Così riceviamo – se non ci opponiamo – e un futuro che si spera in comunione con i santi, gli apostoli, insieme agli amici del Vangelo.
Il credente sa di avere un Padre, E il figlio Gesù ci ha insegnato a chiamarlo Abba. Ci ha svelato il volto. Il Padre e il Figlio non vogliono restare alla porta della nostra esistenza. Non vogliono restare “fuori”. Entrambi, secondo le stesse parole del Signore prima della sua ultima Pasqua, vogliono prendere dimora presso di noi. Si, proprio presso di noi. Noi, che come Mosè, davanti a Dio, potremmo confessare “siamo un popolo di dura cervice. Anche noi siamo peccatori, anche noi abbiamo da farci perdonare le nostre colpe”.
Non c’è dubbio che siamo così, ma possiamo chiedere soccorso allo Spirito Santo, perché lui ci apra all’amore per Gesù, e ci insegni ogni cosa e ci guidi alla verità tutta intera.
Con fiducia abbiamo pregato a Pentecoste: : “Lo Spirito ci guiderà alla verità per essere veri nell’amore. Lo Spirito ci aprirà alle cose future, lo Spirito ci donerà ciò che è del Padre”. E abbiamo pregato unanimi. “Padre riempia il tuo Spirito la vita di ognuno di noi; riempia i nostri cuori;la nostra comunità trabocchi d’amore; nascano profeti, crescano i sogni e sgorghi viva la misericordia”.
Siamo curvati a terra prostrati, come Mosè, mentre Dio rivela cosa vuol fare di noi. Ma siamo grati Dio fa conoscere il suo nome, la sua natura, le tre persone divine distinte, ma unite nella stessa sostanza di amore. Siamo grati perché ci rende sua eredità. Cioè suo popolo. Il popolo che lo serve e lo adora, come Padre, come Figlio, come Spirito Santo.
Dio, nella sua sapienza e nella sua bontà, non ci ha tenuti all’oscuro, ma si è rivelato a noi, e attraverso i discepoli, all’umanità intera. Non ci ha escluso dal suo potere di creare e rigenerare l’universo e la vita. Ci ha reso parte della sua speranza, ci ha donato la sua Parola Vivente. Ha capovolto il corso della storia in maniera imprevista.
Le parole del Vangelo di Giovanni sull’incredulità sono dure. Sono un monito. L’incredulità è una condanna in sé. E’ un autoesclusione da questo mistero di salvezza. E’ vivere da orfani, quando non lo si è più. Non dobbiamo temere di credere e di seguire lo Spirito. E’ detto con altrettanta chiarezza, che Dio, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Ed allora Fratelli, l’augurio e il saluto di Paolo ai Colossesi, è rivolto a ogni nostra comunità. “siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi”. Usciamo incontro agli altri, dove c’è il male, il dolore, la solitudine, l’odio”. Certi che lo Spirito rinnovi la faccia della terra, e cambi il cuore dei popoli”. Così la grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo sono e saranno con tutti noi. Amen
Il Vangelo della Domenica della Santissima Trinità.